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Sapori di note:


 

 

 
 
 
 
BOLOGNA JAZZ FESTIVAL
 
 
9 Ottobre - 16 Novembre 2025
 
 
Bologna, Ferrara, Forlì
 
   
 

Dall’attivismo sensuale di Dee Dee Bridgewater all’avanguardia intellettuale di Mary Halvorson, dai ritmi vertiginosi di Billy Cobham a quelli altrettanto virtuosistici e per di più esotici di Monty Alexander: l’edizione 2025 del Bologna Jazz Festival, con la sua durata record di 39 giorni (dal 9 ottobre al 16 novembre) si preannuncia sovrabbondante per numeri (più di 80 concerti con nomi di primo piano della scena jazz internazionale), varietà estetica e di contenuti. Le proposte del BJF vanno ben oltre i live: un articolato progetto didattico e divulgativo farà da contenitore per esposizioni, lezioni-concerto, conferenze, proiezioni, podcast, residenze artistiche, workshop. Ampia è anche la geografia del festival, che oltre a espandersi sull’intero tessuto cittadino (tra grandi teatri e numerosi club) si estende nell’area metropolitana sino a raggiungere le province di Ferrara e Forlì. Ancora una volta il BJF sarà caratterizzato da un’immagine assai distintiva grazie a un progetto visivo creato ad hoc per questa edizione dall’illustratrice Sarah Mazzetti. Le sue opere, rese possibili dalla collaborazione con l’associazione Hamelin, personalizzeranno tutti i materiali del festival (manifesti, locandine, sito…) e saranno esposte nelle bacheche storiche di CHEAP on Board e sull’Autobus del Jazz.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dalla Fondazione Bologna in Musica ETS con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna – Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, Emilsider, TPER, Città Metropolitana di Bologna, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero della Cultura. Il BJF fa parte di Jazz Italian Platform.
(tratto dal Comunicato Stampa)

 
   
 

 

 
 
 
 

 

 
 
 
 

JOHN MAYALL : IL PASSATO E' UN RICORDO BLUES
(Giuseppe Videtti)

Questa è l’ennesima dimostrazione che il blues, in qualsiasi tempo, modo e colore venga declinato, non manca mai di emozionare. Bob Dylan ci ha costruito la sua monumentale poetica, John Mayall (1933-2024) una carriera che dal 1956 – quando da Macclesfield, Cheshire, si trasferì a Londra per suonare con la band di Alexis Korner e poi formare i leggendari Bluesbreakers (nei quali hanno militato i grandi del British Blues, compreso Eric Clapton) – fino alla recente scomparsa, non ha ceduto di un millimetro ad altre tentazioni e/o lusinghe.
Lo chiamavano il padrino del blues bianco, ed è proprio come “godfather of the blues” che, l’anno scorso, è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Per la rubrica, ho voluto scegliere un blues dal titolo suggestivo – The Mists of Time (Le nebbie del tempo) – perché è uno di quei brani, meno frequentati ma esemplari, di cui la monumentale carriera di John Mayall è riccamente costellata. Fa parte di Stories (2002), un oscuro album dei Bluesbreakers che su Wikipedia non ha neanche la spunta blu per essere cliccato (Mayall ha guidato la band dal 1963 al 1969, poi l’ha resuscitata con diversi organici dopo quindici anni, e fino alla morte, in maniera intermittente; la discografia dell’artista, fuori e dentro i Bluesbreakers, è sconfinata; dopo Stories è uscita un’altra dozzina di cd).
Mists of Time è un blues immutabile, come la fisionomia del suo autore, che attraverso quasi sette decenni è rimasta la medesima, rughe e canizie a parte. È il quieto lamento di un uomo che si confronta col suo passato: non più nel fiore degli anni (all’epoca ne aveva quasi settanta), incomincia a perdere il contatto con la sua stessa gloria. E quando la nebbia (mentale) si fa più fitta, solo una certezza: «Non cambierei per niente al mondo quegli anni di audaci avventure».
(interamente tratto dal Venerdì di Repubblica del 17 gennaio 2025)

 

 
 
 
   
 

Sabato 20 gennaio 2024, si è tenuta l’ Assemblea Nazionale di Italian Blues Union, a Pistoia.
Con l’occasione è stato eletto il nuovo board, che vi presentiamo :
Fabrizio Berti, Domenico Di Lascio, Antonio Palatini, Enrico Damiani, Roberto Caselli, Gabriele Dellepiane, Roberto Formignani, Alessandro Giannini , Gianandrea Pasquinelli.
Sottolineiamo la presenza dei "nostri" GIANANDREA PASQUINELLI e ROBERTO FORMIGNANI, infaticabili motori e promoters di varie iniziative in ambito Blues e non, ai quali auguriamo il nostro più sincero BUON LAVORO!.
Raccolgono l’eredità del Board uscente, capitanato da Luca Romani. Nel corso del quadriennio passato oltre all’organizzazione dell ‘Italian Blues Challenge, il Blues è entrato a far parte di “Festa della musica” divenendo Main Partners, ha stretto accordi con la Discoteca di stato e a breve sarà depositata la prima compilation di Blues targato Italia, e inoltre IBU è presente al tavolo permanente italiano della musica live istituito dal Ministero della Cultura.
Siamo sicuri che il nuovo board consoliderà il lavoro fatto negli ultimi anni, portando ancora più in alto il nome del Blues italiano.
SITO WEB

 
 
 
 
 
     
 
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